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La sensibilità ed il carattere delle diverse epoche, si sono sempre rispecchiati nell’arte dei giardini, così come in tutte le espressioni artistiche.

Partendo da molto lontano, dai giardini di Babilonia, passando dai giardini romani ornati da olle e ed essenze importate dai territori di conquista, ricordando l’Hortus conclusus, dove gli orti con fiori, piante aromatiche e forme topiarie ornavano giardini cinti da mura all’interno di conventi, si arriva al giardino all’Italiana che è una evoluzione dell’Hortus conclusus.

Il grande giardino all’Italiana è la manifestazione della nuova concezione della ragione e delle potenzialità dell’uomo, infatti durante il rinascimento, lo spirito degli artisti e quindi dell’uomo in tutte le scienze e discipline, prende coscienza delle proprie capacità e le esprime nel giardino, esaltandone le forme geometriche; imponendo volumi definiti, modificando il portamento naturale delle piante, per formare cubi, sfere, piramidi, ciò a dimostrare che lo spirito e la ragione dell’uomo possono dominare sia la naturalità degli istinti,sia la natura selvaggia che ha oppresso e malversato i popoli durante tutto il medioevo.

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Nel giardino all’italiana il parterre geometrico, era parte di un complesso più ampio che comprendeva anche il barco, utilizzato per passeggiate o battute di caccia.Il parterre aveva quattro dogmi: simmetria a croce, presenza di acqua in forma di fontane e ninfei, presenza di elementi architettonici o sculture, assenza di fiori ma solo contrasti di verde realizzati con piante di agrumi.

Successivamente, la corrente romantica, rivaluta il lato istintivo e naturale del sentimento e delle passioni; nasce così il giardino paesaggistico, che ritrova soddisfazione nella coltivazione delle piante nelle loro forme naturali. I fiori vengono utilizzati ed accostati fra loro con un profondo studio dei colori, sia nella gradualità che nel contrasto, così come le forme ed i volumi.

La tendenza della corrente romantica a prediligere le forme naturali, si accentua fino ad arrivare alla nuova corrente naturalistica promossa da Piete Oudolf che tra i primi ha sentito l’esigenza di utilizzare le composizioni naturali e spontanee anche sulla spinta dell’opinione comune di rivalutare l’ambiente utilizzando associazioni, specie resistenti, metodi di lotta biologica.

Il giardino naturalistico ha avuto un notevole sviluppo in Nord Europa ed in America del Nord, Gran Bretagna e Francia. In Italia, questa nuova concezione si è poco sviluppata anche per ragioni climatiche: infatti le torride estati italiane hanno selezionato piante erbacee che durante l’estate non presentano una vegetazione esuberante come le piante spontanee o naturalizzate nei climi nordici, per cui realizzazioni naturalistiche spesso non soddisfano le ordinarie esigenze estetiche.

L’altra ragione, per cui secondo me, queste soluzioni non hanno avuto molto successo, è dovuta al fatto che siamo contornati da ambienti molto antropizzati e caratterizzati dalla presenza di edifici ed opere d’arte rilevanti, spesso con spazi verdi progettati nel periodo rinascimentale quindi con giardini geometrici.

Abituati a questo canone di bellezza, inconsciamente, ci soddisfa e ci da sicurezza. Dal tema dei labirinti degli Horti Sallustiani, ha preso vita il parterre naturalistico realizzato nella Piazza ipogea della Stazione Tiburtina, che ha una struttura molto rigorosa, si è cercato di riproporre i temi classici della nostra storia del giardino: forme geometriche, la simmetria a croce, gli elementi architettonici. Con lo scopo di inserire elementi questi ultimi, sono state realizzate delle sedute rettangolari, e tutte le strutture perimetrali ai bossi, anch’esse in forma di sedute, realizzate con bancali riciclati.

La scelta del rosmarino come elemento topiario non è casuale, infatti i giardini all’Italiana ancestrali, come quello di castello Ruspoli a Vignanello, avevano siepi di Rosmarino, poi entrato in disuso perché il forte profumo infastidiva le dame del castello. A questa simmetria, che ci infonde una certa sicurezza, si sono voluti introdurre i concetti della biodiversità, della nuova agricoltura sinergica e della permacoltura.

Le consociazioni tra le piante non solo sinergizzano sistemi di difesa, ma regalano all’occhio un gradevole effetto.

Ad esempio le aromatiche secernono aromi deterrenti per molti insetti patogeni; il migliore sfruttamento dei volumi, dovuto alle consociazioni, favorisce una migliore circolazione dell’aria, evitando dannosissimi ristagni, ideali per la proliferazione delle malattie fungine. Le piante da orto associate con piante da fiore ed arbustive aromatiche riescono a sfruttare al meglio i volumi a diverse altezze e colonizzano il terreno in modo più uniforme.

Non è da sottovalutare la validità degli ortaggi per un loro uso in cucina, inoltre la presenza di insalate, cavoli, verze radicchio, Danno un’ utilità pratica oltre che estetica al giardino… Tutto questo crea una bella sensazione.

Il giardino valorizza lo splendore di molti ortaggi come la verza viola, il cavolo nero, le biete multicolori, il radicchio rosso, il cavolo riccio.

Le fioriture, sono sia erbacee che perenni e seguono l’andamento stagionale; sono per la maggior parte autoctone anche se ibridate e migliorate: Viola tricolor, Verbena bonariensis che attira le farfalle, Perovschia atripicifolia, Helenium autumnale, Tulbalghia violacea.