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Il genere Cyclamen (ciclamino) comprende diverse specie di piante appartenenti alla famiglia delle primulaceae. Il nome del genere deriva dal greco kyklos (cerchio) e fa riferimento alla capacità del peduncolo fiorale di ripiegarsi a spirale dopo la fioritura, portando così la capsula contenente i semi verso il terreno. Ciò serve a facilitare l’interramento e la germinazione dei semi.
I fiori dei ciclamini sono formati da cinque petali e possono essere bianchi, rosa, rossi o viola. I ciclamini sono dotati di tuberi di colore rosso-violaceo, da cui partono sia i piccioli fogliari sia i peduncoli fiorali. Il tubero svolge la funzione di accumulare acqua e nutrienti sotto terra, per sostenere la pianta durante i periodi di maggiore siccità, superati i quali essa può tornare a crescere e fiorire.
Di norma il ciclamino predilige substrati calcarei con livelli di acidità bassi, ama le zone ombreggiate e teme i ristagni d’acqua. Le varietà spontanee raggiungono al massimo i 12 cm di altezza, mentre quelle ibride possono arrivare anche a superare i 30 cm.
Dall’Africa alle Alpi: una pianta, mille volti
Le specie del genere Cyclamen si trovano principalmente in Europa centro-meridionale, Asia occidentale e Africa. E’ possibile classificarle in base al periodo della fioritura: alla fine dell’inverno-inizio della primavera fioriscono il C. persicum, il C. coum, il C. libanoticum e il C. repandum. A fine estate e per tutto l’autunno possiamo ammirare i fiori delle specie C. purpurascens e C. hederifolium. Analizziamo nel dettaglio le differenze e impariamo a riconoscerli.
Il Cyclamen persicum, originario del Nord Africa, è stato introdotto in Europa nel diciassettesimo secolo; è da questa specie che, tramite accurate selezioni, sono state create tutte le varietà oggi presenti in commercio. La pianta ha un’altezza massima di 20 cm, presenta foglie variegate e produce grandi fiori dai colori vivaci che sbocciano nel periodo invernale.
Dall’Asia minore proviene invece il C. Coum, che può raggiungere i 10 cm di altezza; ha foglie variegate e fiori che vanno dal rosa al fucsia e sbocciano a dicembre-gennaio.
Il Cyclamen libanoticum è una pianta originaria del Libano, con altezza massima di 15 cm. Fiorisce tra febbraio e marzo e presenta fiori bianchi che virano verso tonalità del rosa-violetto. Le foglie sono grigio-verdi.
Nei mesi di aprile e maggio vediamo fiorire il C. repandum, presente al centro e sud Italia. I fiori, che variano dal bianco al rosa e rosso, sono portati alti sopra alle foglie che spuntano per prime e presentano un apice acuto. La pianta raggiunge al massimo gli 8 cm d’altezza.
Noto come “ciclamino delle Alpi”, il Cyclamen purpurascens o C. Europeaum ha un’altezza compresa tra 7 e 10 cm. La foglia presenta apice arrotondato e un colore verde brillante con venature argentate; i fiori, di colore bianco, rosa o carminio, sono notevolmente profumati e sbocciano a fine estate.
Il Cyclamen hederifolium, conosciuto anche come C. neapolitanum è una specie originaria dei boschi dell’Europa sud-orientale; presente in particolare in Italia e Grecia. La pianta può crescere fino a circa 15 cm di altezza. La foglia ricorda quella dell’edera, ha un colore verde scuro con riflessi argentei sulla parte superiore e rossi sulla pagina inferiore. I fiori sbocciano in autunno, sono inodori e hanno una colorazione rosa-purpurea.
Cultivar e ciclamini selvatici
I ciclamini che si trovano in commercio appartengono ad una categoria specifica, quella delle “cultivar,” si tratta cioè di varietà selezionate e coltivate per la vendita. Tali piante differiscono per alcuni aspetti da quelle che crescono spontaneamente, vediamo di cosa si tratta nello specifico. I ciclamini selvatici, che troviamo nei sottoboschi in zone preferibilmente ombreggiate, hanno fiori molto profumati e in genere di dimensioni ridotte rispetto alle piante di ciclamino coltivate. Inoltre la colorazione delle foglie e dei fiori risulta molto più variegata se posta a confronto con quella delle varietà selezionate.
Tra le cultivar più conosciute troviamo i ciclamini midi e i ciclamini mini, entrambi facilmente reperibili nei vivai. Queste piante sono di dimensioni più ridotte ma presentano fiori più grandi, rispetto ai normali ciclamini. Hanno dunque un elevato valore estetico e sono particolarmente indicati per cesti e composizioni perché, avendo dimensioni medio-piccole, possono essere facilmente accostati ad altre piante.
Alcuni preziosi consigli
Il ciclamino fiorisce abbondantemente per mesi e può produrre molti semi se tenuto in ombra e a temperature basse. La pianta può essere moltiplicata per seme ( ma la germinazione richiede molto tempo) oppure tramite la divisione del tubero, avendo cura che ogni porzione di esso abbia almeno una gemma.
In autunno e inverno il ciclamino deve essere innaffiato in modo che la terra rimanga sempre umida senza essere inzuppata. Per evitare l’insorgere di marciumi si consiglia di non bagnare il centro della pianta e di eliminare foglie e fiori secchi. Col sopraggiungere della stagione calda, la fioritura finisce e la pianta va incontro ad un periodo di quiescenza, durante il quale va spostata in un luogo fresco e ombreggiato. In questo periodo, per ridurre la formazione di muffe, si consiglia di innaffiare sporadicamente solo il bulbo e mai il resto della pianta.
Per ciò che riguarda la concimazione, si può impiegare un fertilizzante liquido diluito in acqua. Quando il ciclamino si trova nella fase della crescita è consigliabile utilizzare un concime più ricco in azoto, mentre durante il periodo della fioritura è meglio privilegiare un concime più ricco di potassio. E’ importante non esagerare, in quanto un’eccessiva concimazione porterebbe ad un rapito sviluppo delle foglie a scapito della fioritura.
Il ciclamino non è particolarmente sensibile all’attacco di parassiti, tuttavia può essere vittima di malattie fungine, il cui insorgere è spesso causato da un’errata irrigazione della pianta.
I funghi del genere fusarium attaccano i ciclamini causando il marciume del piede e favorendo la formazione di una muffa biancastra sul colletto. Il Gloeosporium cyclaminis è un fungo che porta all’appassimento e al successivo marciume dei germogli.
La Botrytis cinerea è invece responsabile della cosiddetta “muffa grigia” che si deposita sulle foglie portandole a marcire. Per contenere la diffusione del fungo è necessario rimuovere tempestivamente le foglie attaccate. Tutte queste malattie fungine possono essere determinate da eccessive annaffiature, da un cattivo drenaggio del terreno o dalla mancanza di ventilazione; al fine di prevenire e limitare i danni è molto importante tenere sotto controllo questi fattori e, in caso di necessità, ricorrere a prodotti fungicidi. Tra gli sporadici attacchi dei parassiti ricordiamo il ragnetto rosso, che può portare ad un ingiallimento delle foglie e alla deformazione dei boccioli, e le larve di alcuni lepidotteri, che si nutrono di petali e foglie dei ciclamini, determinando la presenza di fori di varie dimensioni. In questi casi risulta particolarmente efficace l’applicazione di acaricidi e larvicidi.