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Attenzione al caldo torrido, soprattutto nelle giornate ventose, una prolungata assenza di acqua potrebbe far morire il vostro bonsai. In agosto le attività sono molto ridotte. In genere, alle nostre latitudini, tutti i bonsai sono in stasi vegetativa. E’ necessario ricordare che, normalmente, le piante vegetano nel intervallo di temperatura che oscilla, circa, tra i 5° e i 30°.
ESPOSIZIONE: ombreggiate utilizzando teli o incannucciate. Evitate agli aceri anche il sole diretto del mattino, le foglie potrebbero ricevere delle brutte bruciature.
I rosmarini, gli ulivi e i ginepri non temono il sole, in ogni caso fate attenzione alle loro radici: una temperatura troppo elevata potrebbe danneggiarle.
Collocate gli alberi che non sono in “perfetta forma” in un posto ombroso ma molto luminoso.
ANNAFFIATURA: innaffiare al mattino presto o a sera tardi. Lo sbalzo termico, tra l’acqua fredda ed il vaso molto caldo, potrebbe procurare, alle radici, uno shock.
FERTILIZZAZIONE: in questo mese di stasi vegetativa non si usa fertilizzante.
POTATURA: eliminate rami e foglie secchi. E’ possibile diradare la vegetazione dei palchi, potando leggermente. Questo permetterà alla luce e all’aria di penetrare più agevolmente.
TRAPIANTO: è possibile, nei casi di estrema necessità, trapiantare le conifere. Per i bonsai “in difficoltà”, si può sempre effettuare il cosiddetto “falso rinvaso”, che consiste nel dipanare leggermente le radici e nel collocare la pianta in un vaso da coltivazione, utilizzando il terriccio usato normalmente per i bonsai. In questo modo sarà possibile una pronta ripresa. In primavera, con la consueta potatura delle radici, se si riterrà opportuno, si potrà ricollocare il bonsai nel suo vaso.
TRATTAMENTI: attenzione soprattutto al ragnetto rosso, che, poco visibile, può procurare danni seri soprattutto gli olmi cinesi. L’acaro diventa particolarmente attivo con temperature elevate e clima secco.
Utilizzare insetticidi spray contro afidi e cocciniglie. Se l’infestazione è limitata, gli insetti si possono eliminare manualmente utilizzando dell’ovatta imbevuta di 3 parti di acqua e una di alcool denaturato.
Romolo Patrizi