I funghi della radice e del colletto

LE RADICI E IL COLLETTO… QUESTI SCONOSCIUTI

Quando si ha a che fare quotidianamente con le piante e ci si preoccupa del loro stato di salute, la prima cosa che salta all’occhio sono le malattie che colpiscono le foglie e i frutti; mentre si dedica pochissima attenzione, per esempio, alle radici, senza sapere che molto spesso il deperimento delle nostre piante si origina a partire da patologie di tipo radicale. Le radici delle piante, poiché si trovano a contatto con il terreno, sono molto soggette all’attacco di agenti patogeni e parassiti. Ancora meno conosciute sono le malattie del colletto, la zona di congiunzione tra il fusto e le radici delle piante. Tra le patologie più comuni del colletto e della radice, ricoprono grande importanza quelle causate dai funghi. Vediamo nello specifico di cosa si tratta.

I MARCIUMI RADICALI E DEL COLLETTO

I marciumi delle radici sono causate dai funghi appartenenti ai generi Armillaria e Rosellinia, seguiti dai generi Phytopthora e Pythium. Questa malattia si manifesta con un’alterazione dell’apparato radicale che diventa di colore bruno giallastro e si indebolisce progressivamente. Ciò porta ad un conseguente arresto della crescita della pianta, il cui fogliame tende ad avvizzirsi e a ingiallire. I funghi del genere Armillaria sono parassiti che appartengono al gruppo dei basidiomiceti (i cosiddetti “funghi a cappello”) e attaccano prevalentemente viti e alberi da frutta, ma sono anche presenti su piante ornamentali. Armillaria colpisce soprattutto le radici di sostegno, causando, il più delle volte, problemi alla stabilità della pianta. L’attacco alla pianta ospite avviene attraverso fasci di filamenti, detti rizomorfe, che sono in grado di penetrare nelle radici grazie alla produzione di sostanze tossiche ed enzimi litici. Il fungo avanza progressivamente attraverso il cilindro legnoso quasi come fosse una carie, fino ad arrivare al colletto e, nei casi più gravi, fino al fusto. Tra i sintomi principali di un’infezione da Armillaria troviamo il disseccamento dei rami della pianta e una graduale necrosi del colletto, che appare ricoperto di micelio biancastro.

Rosellinia appartiene invece al gruppo degli ascomiceti, classe di cui fanno parte anche i noti tartufi. Questi funghi causano marciumi radicali a piante arboree ed erbacee e si diffondono anch’essi attraverso cordoni di rizomorfe, che si presentano di colore dapprima bianco, poi via via più scuro. Nelle radici attaccate da questi funghi, il legno si presenta spugnoso, di colore bruno e maleodorante. Phytophthora e Pythium appartengono al gruppo degli oomiceti, cioè gli unici funghi che hanno pareti cellulari contenenti cellulosa (pare infatti che si siano evoluti dalle alghe). Esistono diverse specie di Phytophthora, ciascuna delle quali predilige determinate piante. L’azione patogena di questi funghi è favorita da condizioni climatiche caldo-umide e dal ristagno di acqua: gli agenti dell’infezione, le zoospore, vengono infatti trasportati dalle acque di irrigazione. Tra le specie principali ricordiamo Phytophthora infestans, che attacca i tuberi della patata e Phytophthora palmivora, che parassita edera e piante ornamentali, causando lesioni rossastre alle radici, con conseguente restringimento dei tessuti. Le piante vittime di questa malattia, si presentano con un decadimento generale, vegetazione stentata e apparato radicale estremamente ridotto. Per quanto riguarda i funghi del genere Pythium, ricordiamo Pythium splendens che attacca in particolare le piante d’appartamento, soprattutto se già indebolite da altre. Le radici attaccate da questi funghi perdono funzionalità, la pianta non riesce più a tirare su l’acqua e ciò provoca un avvizzimento delle foglie e una progressiva disidratazione della pianta.

I marciumi del colletto riguardano invece la zona di intersezione tra il fusto e l’apparato radicale. Anche in questo caso, come avviene per il marciume radicale, le condizioni ambientali caldo-umide favoriscono la diffusione della malattia. In questo caso, la parte interessata dal fungo diviene di colore bruno-rossastro e marcisce e la pianta si spezza. I principali responsabili sono, anche in questo caso, funghi appartenenti ai generi Phytophtora e Pythium. In particolare Phytophthora cambivora e Phytophthora cinnamomi attaccano alberi da frutta ed eucalipti, provocando il cosiddetto “mal dell’inchiostro”: le radici e il colletto presentano macchie scure e nella zona colpita si forma una sostanza di colore simile all’inchiostro.

Gli alberi colpiti da questa malattia, si indeboliscono progressivamente, presentano foglie giallo-nerastre e vanno incontro a una drastica diminuzione della fioritura. Per il genere Pythium, ricordiamo Pythium debaryanum, questo fungo provoca una malattia conosciuta come “marciume dei semenzai” attacca al colletto le piantine  giovani, in particolare le orticole, impedendone la corretta crescita e lo sviluppo. Il Pythium è anche identificato come “muffa bianca” dei prati, in quanto colpisce il colletto e la radice dell’erba formando piccole chiazze biancastre marcescenti che si ingrandiscono progressivamente, fino a far avvizzire totalmente le foglie. E’ facilmente riconoscibile in quanto le zone colpite risultano, al tatto, oleose. Anche in questo caso, la diffusione della malattia è favorita dalle elevate temperature (stagione estiva) e dall’umidità.

COME SALVARE LE RADICI E IL COLLETTO

Per combattere i marciumi delle radici e del colletto è buona norma utilizzare del terriccio nuovo, in quanto le spore fungine potrebbero avere infettato il terreno e quindi ripristinare e diffondere facilmente la malattia. Come già detto in precedenza, lo sviluppo del marciume radicale è favorito dai ristagni d’acqua, pertanto bisogna prestare la dovuta attenzione alla fase dell’innaffiatura delle nostre piante. Spesso, purtroppo, tali semplici accorgimenti non sono sufficienti per salvare le nostre piante dall’attacco dei funghi patogeni; in questo caso è utile impiegare dei fungicidi per debellare completamente la malattina. In commercio si possono facilmente trovare prodotti chimici o biologici attivi in tal senso. Vediamone alcuni.

– BAYER PREVICUR ENERGY

Si tratta di un fungicida sistemico, penetra cioè all’interno della pianta. Tale prodotto è attivo contro il marciume del colletto (Pythium). Viene utilizzato per trattare i semenzai, per la protezione delle colture orticole. E’ di facile utilizzo, in quanto contiene un misurino dosatore. È un prodotto chimico, pertanto, la sua applicazione è da cessarsi 20 giorni prima del raccolto. Conf. da 50ml € 13.90.

– BAYER SWAN

Si tratta di un fungicida sistemico ad elevata mobilità nella pianta. Tale prodotto è attivo contro la Phytophtora degli agrumi e delle acidofile, ma viene utilizzato anche contro la peronospora della vite e la ticchiolatura del melo. Protegge anche le foglie che si sono formate dopo il trattamento. E’ di facile utilizzo, in quanto contiene un misurino dosatore. È un prodotto chimico, pertanto, la sua applicazione è da cessarsi 40 giorni prima del raccolto. Conf. da 250gr € 16.10.

– BAYER CUPRAVIT BLU WG

Si tratta di un fungicida rameico (blu). Tale prodotto è attivo contro il marciume del colletto e il marciume radicale di vite, alberi da frutto, colture ortive, ornamentali e floreali. E’ un prodotto consentito in agricoltura biologica. E’ di facile utilizzo, in quanto contiene un misurino dosatore. Conf. da 100gr € 7.80.

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