L’ecologia del laghetto
La presenza di un laghetto nel proprio giardino ha certamente un valore estetico, ma alla vista di uno specchio d’acqua spesso si associano anche sensazioni di freschezza e serenità. L’acqua contribuisce all’equilibrio dell’ecosistema del giardino, sia per quanto riguarda il microclima (che risulta più mite) sia perché favorisce la biodiversità, creando l’habitat ideale per molte specie di piccoli mammiferi, uccelli, pesci. Infine le fontane e i giochi d’acqua sono utili sia dal punto di vista estetico, sia perché creano dei movimenti all’interno del laghetto, contribuendo così all’ossigenazione del bacino.
Per favorire la biodiversità è molto importante la presenza – oltre che di numerose piante acquatiche, riparie e di bordura – anche di pezzi di tronco, pietre e ghiaia grossolana, che creano ambienti adatti alla vita degli animali. La posizione e l’esposizione del bacino sono fondamentali. La zona ideale è un punto del giardino mediamente soleggiato, che riceva la luce al mattino e/o nel tardo pomeriggio; meglio ancora se accompagnato da un debole venticello. Inoltre non devono esserci troppi alberi nelle vicinanze, questo per evitare che le foglie cadano nell’acqua creando detriti vegetali maleodoranti e dannosi per l’equilibrio del laghetto stesso.
La convivenza tra piante e animali nel laghetto è di fondamentale importanza per l’equilibrio del bacino, al quale ciascun essere vivente contribuisce.
Le piante, infatti, creano rifugio per la nidificazione della fauna acquatica e dei pesci, ombreggiando la superficie dell’acqua. I pesci, a loro volta, sono molto utili in quanto si nutrono di piante e foglie in decomposizione e svolgono numerosi altri compiti. Gli amatissimi pesci rossi, ad esempio, evitano che il laghetto si riempia di larve di zanzara; la sanguinerola si nutre di larve di mosche, mentre la tinca verde aiuta a mantenere pulito il fondo del laghetto, setacciando e rivoltando il sedimento alla ricerca di cibo. Questi sono solo alcuni degli esempi di come piante e animali possono aiutarsi a vicenda e contemporaneamente darci una mano a mantenere pulizia ed equilibrio del bacino. Ora vediamo più nel dettaglio come si possono classificare le piante del laghetto in base alla loro collocazione spaziale.
CIASCUNA PIANTA AL SUO POSTO!
Distinguiamo 4 gruppi principali:
– ninfee e fior di loto
– piante galleggianti
– piante subacquee o sommerse
– piante da bordura
Il fior di loto necessita di una copertura di 15-20 cm di acqua, possiede foglie giovani che tappezzano la superficie del laghetto e man mano che crescono si ergono su steli alti e spinosi. Alcune varietà di loto possono raggiungere 1.80 m d’altezza e il diametro della corolla può superare i 40 cm. Vivono bene in acque stagnanti o comunque a scorrimento lento e hanno bisogno di un’esposizione prolungata ai raggi solari.
Le ninfee si dividono in due gruppi principali: ninfee rustiche e ninfee tropicali. Quelle rustiche, a seconda della specie, prediligono una profondità dell’acqua compresa fra 30 e 120 cm e tollerano bene il clima mediterraneo. Le ninfee tropicali, invece, sono più fiorifere ma necessitano di temperature più elevate, vivono a profondità minori e sono di difficile coltivazione in Italia. Una delle varietà più diffuse nei nostri climi è la ninfea bianca comune, resistente al freddo, si presenta con fiori doppi color panna e foglie rotonde verde scuro, ama le grandi profondità.
Tra le varietà tropicali che si adattano bene anche alle nostre latitudini vi è la ninfea Gonnere, famosa perché presenta fino a 85 petali per ogni fiore di colore bianco candido. La ninfea del capo, anch’essa tropicale, vive a profondità intermedie, in zone caratterizzate da estati calde ed inverni miti, si presenta con grandi foglie e fiori blu a forma di stella.
Il fogliame di alcune ninfee può svilupparsi fino a ricoprire la maggior parte della superficie del laghetto, pertanto, in estate, è necessario sfoltirlo. Le piante galleggianti vivono a pelo d’acqua e hanno radici che si estendono verso il basso e foglie che ospitano insetti acquatici. Si tratta di piante potenzialmente invasive, ecco perché il loro sviluppo deve essere tenuto sotto controllo. Di questo gruppo fa parte lo stiletto d’acqua, una pianta perenne sempreverde e resistente al freddo. Il millefoglio acquatico è perenne e fortemente invasivo, le sue radici attecchiscono sui fondi fangosi. Un’altra pianta galleggiante perenne è l’azolla americana, che si presenta con piccoli fiori bianchi e minuscole foglie a fagiolo.
Le piante subacquee vengono anche chiamate ossigenanti, per la capacità di liberare ossigeno, che riduce la crescita di alghe ed è essenziale alla vita dei pesci. Queste piante, inoltre, eliminano le sostanze di scarto assorbendo anidride carbonica e nitrati. Le ossigenanti vivono sul fondo del bacino e solo in rari casi hanno foglie che affiorano in superficie. Tra le più note troviamo il muschio d’acqua, una pianta perenne dagli steli lunghi e sottili e piccole foglie a forma di lancia. La Brasca increspata, anch’essa perenne, predilige acque ferme e ombreggiate e presenta piccoli fiori rossi e bianchi.
Alla categoria delle piante subacquee appartiene anche l’erba vescica, così detta perché dotata di vesciche cattura insetti. Si tratta ancora una volta di una pianta perenne, si presenta con foglie caduche e fiori gialli ed è molto resistente al freddo.
L’ultimo gruppo, quello delle piante da bordura, include piante che occupano posizioni di semi- superficie, ma possono anche raggiungere una profondità massima di 160 mm. Si tratta di specie vivacemente colorate, con funzione ornamentale e di protezione dalle intemperie. Inoltre, la loro crescita disordinata, crea un ambiente ideale per la vita di molti ragni. Le piante con fiori attirano api e farfalle, mentre le coccinelle sono attratte dalla presenza di afidi che attaccano le diverse specie. Una nota pianta da bordura è sicuramente la calla di palude, una sempreverde con foglie cuoriformi e fiori bianchi a forma di tromba. Il gladiolo blu cresce in acque basse o di acquitrino, è una pianta perenne a foglie caduche e fiori di colore blu violetto.
Ricordiamo, infine, la gramigna di palude con le sue peculiari foglie striate di verde e bianco accompagnate da piccoli fiori aguzzi di colore verde.
E’ IL MOMENTO DELLA MANUTENZIONE AUTUNNALE
Per quanto è importante scegliere il tipo di struttura adatta alle nostre esigenze, le piante e i pesci che popolano il nostro laghetto, altrettanto fondamentali sono gli interventi di mantenimento, da effettuare nei diversi periodi dell’anno.
Con l’arrivo dell’autunno è utile pulire gli impianti tecnici di distribuzione e drenaggio dell’acqua, in modo da trovarli pronti per la riattivazione primaverile. E’ necessario eliminare le foglie cadute dagli alberi adiacenti, in quanto il fogliame, accumulandosi nell’acqua, si decompone, liberando gas tossici per i pesci e le piante. Per facilitare la raccolta e la rimozione delle foglie è possibile stendere sulla superficie del laghetto una rete leggera a maglie fitte, da svuotare periodicamente. Per quanto riguarda la manutenzione delle piante acquatiche, si può procedere dapprima tagliando le foglie delle piante sommerse e parzialmente emerse e asportando le piante infestanti; e poi provvedendo a raccogliere con un retino i detriti vegetali in decomposizione presenti sul pelo dell’acqua. E’ importante mettere a riparo tutte le piantine giovani aggiunte durante l’estate, per evitare che gelino. Le ninfee che temono il gelo vanno rimosse dal laghetto e portate a svernare in apposite cassette di sabbia, con temperatura intorno ai 10 gradi. Il giacinto d’acqua e la pistia devono essere invece conservate in un acquario e concimate. Il papiro va portato in un ambiente a riparo molto luminoso, dove alloggerà fino al mese di aprile. Bisogna proteggere la calla coprendo l’apice vegetativo con paglia e foglie. Le altre piante (iris, giunchi, lobelia e ninfee rustiche) possono svernare nel laghetto, in quanto sopportano bene il gelo e le temperature rigide.
A partire da fine estate la disponibilità naturale di cibo all’interno del bacino cala, pertanto è utile provvedere ad un apporto quotidiano di alimenti artificiali per i pesci. Altrettanto importante risulta l’inserimento nel laghetto di vecchi tubi di drenaggio, vasi in ceramica o tegole, in modo da offrire rifugio ai pesci quando le piante avvizziscono.
Sempre in autunno, è possibile effettuare interventi di pulizia totale a intervalli di 5 anni nei bacini di piccole dimensioni, e ogni 8-10 anni in caso di laghetti piu grandi.
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Bellissime piante acquatiche, sono da apprezzare anche coltivate in acquario sia in forma emersa che sommersa, ottimo articolo! Grazie!